Femminismo?

In più di un secolo di femminismo che cosa resta oggi? Che cosa può dirsi “femminista” oggi? Femminismo significa partire dalla corporeità della donna, attraverso una messa in gioco in prima persona, un’esposizione “altra” del corpo. Il corpo sovraesposto secondo le logiche e gli stereotipi del maschile, è un corpo che oscilla tra la lucidità della chirurgia estetica e il nascondimento moralista. La donna resta intrappolata tra questi due estremi. La liberazione del corpo femminile dalla pervasività degli stereotipi, attraversa anche le pratiche relazionali e sessuali, le pratiche legate al concepimento e alla maternità: avere molti partner, decidere di avere un figlio da sola, sono comportamenti profondamente condannati, non solo da uomini, ma da molte donne. Il femminile che si afferma come libero, indipendente, desideroso di esplorare la sessualità e anche la maternità a partire dal proprio sentire, dalla propria corporeità, è un femminile emarginato, socialmente e culturalmente non trova alcuno spazio di esistenza. 

Parlare di femminismo oggi, significa iniziare a parlare non della donna come essenza, esistenza generica, ma come donna specifica: la donna che decide di darsi a chi desidera, la donna che decide della propria maternità, la donna che trasforma il proprio corpo a seconda delle proprie emozioni. Significa dismettere atteggiamenti giudicanti e competitivi e mettersi in ascolto. Se così non è, non è femminismo.

Legato a questi temi è il mio progetto sul Corpo che trovate su: www.mondimarini.wordpress.com

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